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Futuro del Customer Service: L'AI è già usata dal 56% delle aziende
Davide Turatti19-mar-2025 15.47.007 min read

Il futuro del Customer Service : l’AI è già usata dal 56% delle aziende, entro il 2029 risolverà l’80% delle richieste

L’Intelligenza Artificiale nel servizio clienti
10:38

Come l’AI sta trasformando il Customer Service

L’Intelligenza Artificiale sta rivoluzionando il modo in cui le aziende gestiscono il customer care, ridefinendo aspettative e processi. Soluzioni basate su AI sono ormai pervasive e considerate mission-critical per offrire ai clienti un supporto rapido e personalizzato​.

L’evoluzione dell’AI nel customer service sta portando alla nascita di una nuova generazione di soluzioni: gli AI Agents. A differenza dei chatbot tradizionali, questi sistemi intelligenti non si limitano a rispondere alle domande, ma sono in grado di comprendere il contesto, prendere decisioni e completare autonomamente operazioni complesse. Per capire meglio cosa sia e come funzionano gli Agenti AI, Google ha pubblicato un white paper AI Agents che delinea nel dettaglio il loro funzionamento. 

Si tratta di sistemi avanzati – spesso basati su modelli di Generative AI come le reti neurali di linguaggio – progettati per agire in modo più autonomo e proattivo rispetto ai chatbot tradizionali. La definizione fornita da Google è: “un’applicazione che cerca di raggiungere un obiettivo osservando il mondo e agendo su di esso tramite gli strumenti a sua disposizione”, operando in autonomia senza intervento umano diretto​.

In altre parole, un agente AI può non solo conversare con l’utente, ma anche eseguire compiti complessi end-to-end: recuperare informazioni da database aziendali, effettuare modifiche su un account cliente, inviare email di follow-up o persino completare transazioni, il tutto seguendo linee guida e obiettivi predefiniti. Questa combinazione di ragionamento, capacità d’azione e accesso a dati/strumenti esterni estende ben oltre i limiti del chatbot tradizionale, avvicinando l’AI al comportamento di un vero operatore virtuale autonomo​.

Gli AI agents rappresentano dunque la prossima frontiera: agenti virtuali “intelligenti” in grado di gestire intere conversazioni e processi di assistenza con minima supervisione umana. A differenza dei bot di prima generazione, spesso limitati a script fissi, questi agenti sfruttano algoritmi avanzati di comprensione del linguaggio e machine reasoning per adattarsi alle richieste, apprendere dalle interazioni precedenti e perfezionare continuamente le proprie risposte. Sono progettati per comprendere le sfumature del dialogo con il cliente e arrivare a risolvere pienamente problemi complessi, laddove in passato sarebbero intervenuti più addetti o escalation tecniche​.

Ad esempio, un AI agent potrebbe autonomamente verificare la copertura di garanzia di un prodotto e avviare una procedura di reso per un cliente insoddisfatto, seguendo policy aziendali. Oppure potrebbe interagire su più canali (chat, voce, email) mantenendo il contesto della conversazione, offrendo un’esperienza realmente omnicanale e coerente. Dal punto di vista organizzativo, l’arrivo degli AI agents ridefinirà i modelli di lavoro nei contact center. Non stiamo parlando di sostituire il personale umano, bensì di affiancarlo con “colleghi digitali” instancabili. PwC prefigura uno scenario in cui il workforce aziendale si “raddoppia” grazie agli AI agents: queste entità svolgono le mansioni più semplici autonomamente, mentre gli operatori umani si concentrano su compiti di maggior valore aggiunto​. Il risultato atteso è una fusione di creatività umana ed efficienza macchina, capace di sbloccare livelli di produttività e innovazione senza precedenti​. 

In pratica gli agenti AI consentiranno alle aziende di scalare il supporto clienti senza moltiplicare i costi di personale, garantendo al contempo una qualità uniforme e tempi di risposta minimi.

Secondo Gartner, entro il 2025 l’80% delle aziende utilizzerà (o pianificherà di utilizzare) chatbot con AI per il servizio clienti​.

Questo trend si traduce in un cambiamento epocale: fino all’85% delle interazioni con i clienti potrebbe essere gestito senza intervento umano grazie all’AI​.

In altre parole l’AI sta diventando il fulcro del customer service moderno, automatizzando le richieste di routine e ampliando la capacità di risposta dei team di supporto. Questa trasformazione non riguarda solo l’efficienza interna, ma risponde anche a nuove esigenze dei clienti. Gli utenti si aspettano disponibilità immediata e soluzioni su misura: il 75% dei consumatori si attende che gli strumenti AI migliorino la propria esperienza, fornendo risposte più rapide e pertinenti​

Le aziende che abbracciano l’AI nel customer care possono quindi colmare il divario tra aspettative crescenti e servizio offerto, ottenendo nel contempo benefici operativi tangibili. Ad esempio, molte organizzazioni riportano già aumenti di efficienza di circa il 30% grazie all’automazione intelligente delle attività di supporto​.

L’AI è passata dall’essere un’opzione innovativa a un elemento chiave per chi vuole garantire supporto clienti di alta qualità su larga scala.

 

Prospettive future dell’AI nel Customer Care

Le prospettive future dell’AI nel customer care sono estremamente promettenti e delineano scenari di servizio radicalmente nuovi nei prossimi anni. In base alle tendenze attuali, possiamo aspettarci una diffusione accelerata degli agenti AI e un’integrazione sempre più profonda dell’intelligenza artificiale in ogni punto di contatto del customer journey. Entro il 2025 i chatbot con AI per il servizio clienti​ saranno utilizzati (o sarà in previsione di utilizzarli) dall’80% delle aziende.

Ciò significa che nel giro di pochi anni gli agenti virtuali autonomi potrebbero diventare comuni nei contact center, così come oggi lo sono i chatbot di prima generazione. Questa evoluzione comporterà un notevole salto di qualità: sempre più clienti interagiranno inizialmente con un agente AI altamente competente, capace di risolvere molte richieste dall’inizio alla fine, coinvolgendo l’operatore umano solo per eccezioni o decisioni strategiche. Di conseguenza, il ruolo del personale di supporto umano si trasformerà, concentrandosi su attività consulenziali, gestione di casi critici e supervisione dei “digital agent” – un modello collaborativo uomo-macchina che alcune società di consulenza descrivono come Hybrid Workforce. Dal punto di vista tecnologico, l’AI diventerà più predittiva e preventiva. Già oggi si parla di predictive customer service: sistemi AI che analizzano dati storici e comportamentali per anticipare i bisogni del cliente (ad esempio, identificando un potenziale problema prima che si verifichi e contattando proattivamente il cliente con una soluzione). In futuro questo approccio diventerà prassi. 

L’AI potrà ad esempio avvisare automaticamente un utente di un disservizio noto e fornire immediatamente le istruzioni per risolverlo, ancor prima che il cliente stesso se ne accorga. Oppure, integrando dati IoT, potrà programmare interventi di manutenzione preventiva su prodotti acquistati dal cliente, contattandolo per concordare tempi e modalità: un livello di proattività che porterà il customer care da funzione reattiva a elemento anticipatorio dell’esperienza cliente. Le aziende investiranno sempre di più in queste capacità avanzate. Il mercato globale delle soluzioni di AI per il customer service, stimato intorno ai 12 miliardi di dollari nel 2024, è proiettato a crescere fino a 47-48 miliardi di dollari entro il 2030​, con un tasso annuo composto superiore al 25%. Questo flusso di investimenti alimenterà lo sviluppo di algoritmi sempre più sofisticati (ad esempio modelli linguistici di prossima generazione capaci di comprendere il contesto emotivo) e la diffusione di infrastrutture AI scalabili nel cloud alla portata anche di aziende di medie dimensioni.

Non vanno però sottovalutate le sfide che accompagneranno questa evoluzione. Man mano che l’AI diventa pervasiva nel rapporto col cliente, aumenterà l’attenzione a temi di fiducia, etica e governance. Le imprese dovranno garantire che le decisioni prese dagli algoritmi siano trasparenti e spiegabili, evitando bias discriminatori, e che i dati dei clienti vengano utilizzati in modo sicuro e conforme alle normative (GDPR e simili). Già oggi trasparenza e sicurezza nell’AI non sono più optional, ma requisiti fondamentali riconosciuti dal settore​. I leader aziendali dovranno dotarsi di framework di Responsible AI, istituire comitati etici e predisporre sistemi di monitoraggio continuo per prevenire comportamenti inattesi o indesiderati da parte degli agenti AI autonomi.

Inoltre, sarà cruciale investire nella formazione del personale: i team di customer care dovranno acquisire nuove competenze per collaborare efficacemente con l’AI (ad esempio imparando a “istruire” e supervisionare gli agenti virtuali, o sviluppando capacità nell’analisi dei dati generati dall’AI per migliorare strategie di servizio). In conclusione, l’intelligenza artificiale sta ridefinendo il customer care sia nel presente che in ottica futura. Oggi vediamo benefici concreti in termini di velocità, personalizzazione e insight strategici; domani vedremo agenti AI autonomi lavorare al fianco degli operatori umani e servizi sempre più proattivi e anticipatori. Le organizzazioni che sapranno sfruttare appieno queste tecnologie, integrandole con una visione strategica e una governance solida, potranno offrire esperienze cliente superiori e differenziarsi nettamente dalla concorrenza. Come evidenziato dagli analisti, si sta creando un divario tra chi investe con decisione nell’AI e chi resta indietro – un divario destinato ad ampliarsi in termini di qualità del servizio e fidelizzazione della clientela​. 

Il customer care del futuro sarà co-creato da uomini e intelligenze artificiali: un mix in cui l’empatia e il giudizio umano rimarranno essenziali, potenziati però dalla velocità di elaborazione e dalla scalabilità delle macchine. Prepararsi sin d’ora a questo scenario – sperimentando le soluzioni AI, formando le persone e adottando un approccio etico – è la chiave per farsi trovare pronti all’alba di una nuova era del customer care, in cui l’AI non sarà solo un supporto, ma un vero e proprio agente di cambiamento al servizio della customer experience.

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