Ma che cos’è?
Il growth hacking, secondo Wikipedia, è “un processo di rapida sperimentazione attraverso una serie di canali di marketing per individuare i modi più efficaci per far crescere un business”.
Detto in maniera più semplice, si tratta più di un metodo che attraverso una rapida sperimentazione sul prodotto e sui diversi canali di marketing, in particolar modo attraverso quelli web, permette di far crescere il proprio business in maniera rapida ed efficiente.
Non è solo una processo di sperimentazione continua ma è qualcosa di più profondo rispetto ai normali test di ottimizzazione sulle landing page oppure sugli annunci di Google Ads.
Nello specifico:
Il growth marketing nasce per andare oltre alle tecniche convenzionali e ai canali tradizionali di pubblicità, ormai sempre più saturi, con costi di acquisizione sempre più alti.
Si tratta di un approccio creativo per trovare una soluzione al problema quando apparentemente non c’è, ripetibile e adattabile in diversi contesti che dà risultati in maniera rapida. Una sorta di processo circolare di sperimentazione continua dove la velocità e gli errori diventano i tuoi alleati più preziosi nella crescita del prodotto.
Ora che abbiamo un idea di che cosa sia il growth hacking andiamo a vedere tre esempi pratici di successo di questa pratica con degli spunti utili per la tua attività.
Dropbox, il famoso servizio di filesharing, ha implementato con successo un programma di referral (presenta ad un amico) che gli ha permesso di conquistare 4 milioni di utenti in 15 mesi, andando oltre ai tradizionali canali marketing tradizionali.
Dropbox, all’inizio della sua attività, si trovava in un contesto altamente ostile per il suo business:
Le premesse non erano delle migliori e, anche se dopo il suo lancio, grazie all’utilizzo dei tradizionali canali di marketing, riusciva a conquistare gli utenti, il tasso di acquisizione non era profittevole e sostenibile nel lungo periodo: con le tradizionali campagne di Google Ads il costo di acquisizione del cliente era tra i $233-388 per un prodotto di $99. (Fonte:referralcandy.com)
Qual’è stato il loro errore?
Hanno pensato che utilizzando i tradizionali mezzi di marketing sarebbero riusciti a conquistare i clienti, però questi canali non erano in grado di colpire appieno il bisogno dell’utente, non riuscendo a dare il giusto valore al prodotto.
Google Ads, di per sé non era il problema, ma nessuna persona alla mattina si svegliava volendo registrarsi ad un servizio di condivisione file.
Prodotti simili esistevano ma le persone non guardavano attivamente quello che Dropbox stava facendo. Utilizzo degli annunci search è quello di raccogliere la domanda, non quello di crearla.
Cosa hanno cambiato?
Hanno implementato una nuova strategia per sostenere la crescita concentrandosi principalmente sul passaparola, viral e l’analytics:
Cosa puoi imparare da questa storia:
Fig. 1 - Fattori di crescita di Evernote - Fonte: growthhackers.com
Evernote, la popolare app per prendere appunti e organizzare i propri impegni, non ha avuto un inizio facile ed è quasi fallita.
Ma allora come ha fatto a rimanere a galla ed arrivare ad oggi a più 75 milioni di utenti e più di un miliardo di dollari di valutazione? (Fonte: growthhackers.com)
1 - Tempismo eccellente
L’app di Evernote, principalmente dedicata ai dispositivi mobile, è stata lanciata al momento giusto quando i vari app store si stavano aprendo al mondo, dando la possibilità di raggiungere milioni di utenti col minimo sforzo. Se al giorno d’oggi gli app store dei diversi vendor sono popolati da migliaia di app, nel 2008 c’era meno competizione e più visibilità organica per le app che venivano lanciate.
2 - Ottimo prodotto
Più importante del tempismo è che Evernote è un prodotto di ottima qualità: ha reso la vita facile dei propri utenti grazie alla possibilità di annotare praticamente di tutto all’interno dell’app come se fosse un secondo cervello senza nessun tipo di limitazione.
3 - Passaparola dei clienti soddisfatti
Le caratteristiche killer di quest’app hanno generato un flusso di passaparola degli utenti soddisfatti che ha garantito una crescita esponenziale.
4 - Un modello Freemium
Il pezzo finale del puzzle è stato il suo modello di business freemium: gli utenti si iscrivono al servizio gratuito di base e devono pagare per avere funzioni aggiuntive oppure più spazio per immagazzinare le informazioni.
Cosa puoi imparare da questa storia?
Fig. 2 - Crescita di WhatsApp - fonte: growthhackers.com
Il popolare servizio di messaggistica, fondato da Jan Koum e Brian Acton nel 2009, si è contraddistinto per una grande semplicità di utilizzo e che gli ha permesso di raggiungere al giorno d’oggi quasi 2 miliardi di utenti e di essere venduto a Facebook per la ragguardevole cifra di 19 miliardi di dollari (Fonte:Wikipedia.it)
Ma come è riuscito a raggiungere questo importante risultato? Ecco alcune delle caratteristiche cruciali che gli hanno permesso di imporsi come il servizio di messaggistica più popolare al mondo:
1 - Nessun trucco, nessun fronzolo
Il focus degli sviluppatori di WhatsApp è sempre stato di creare il miglior prodotto possibile, senza che ci fosse nessun sistema pubblicitario o sistema di annunci all’interno del servizio che distrasse l’utente (anche se, dopo la vendita a Facebook, alcune di queste idee sono state tradite). L’unico sistema di revenue che avevano era una sottoscrizione che ad un costo molto contenuto (1 dollaro) permetteva all’utente di fruire del servizio in maniera tranquilla.
2 - Una migliore alternativa
Senza dubbio, la strabiliante crescita di WhatsApp è dovuta al fatto che l’app è molto più conveniente di SMS e MMS.
3 - Una visione globale
La natura multipiattaforma e la sua disponibilità sulla maggior parte di dispositivi mobile, ha permesso un rapido tasso di adozione in tutte le parti del globo.
Cosa puoi imparare da questa storia?
Il growth hacking può essere un processo molto interessante da applicare ma ricordati sempre che si tratta di un’attività di marketing, quindi sono necessarie analisi, monitoraggio, budget e pazienza per praticarlo.
Senza queste solide basi diventa un’attività fine a sé stessa che non può essere integrata nelle operazioni quotidiane aziendali.
Le basi prima di tutto.
Fonti:
Che cos’è il growth hacking - https://www.raffaelegaito.com/growth-hacking/
http://www.ninjamarketing.it/2017/02/22/growth-hacking-in-12-semplici-step/
Il programma di referall di Dropbox - https://www.referralcandy.com/blog/dropbox-referral-program/
Fenomeno Mariba - https://www.quora.com/What-do-you-mean-by-Marimba-Phenomenon
Casi studio e tre consigli -
https://growthhackers.com/growth-studies/uber